La noce è formata da un guscio legnoso che contiene il gheriglio che è la parte commestibile. Dal punto di vista nutrizionale in 100 grammi di noci troviamo il 16% di proteine, il 12% di glucidi e oltre il 60% di grassi. I grassi contenuti da questo frutto sono di tipo monoinsaturi (ad esempio omega 3 e omega 6), cioè sono quelli che apportano benefici alla salute.
Uno studio dalla Vanderbilt University Medical Center (VICC), pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine [1], condotto su un’ampia popolazione di diversa provenienza etnica ha evidenziato che il consumo al naturale delle noci, nelle giuste proporzioni e con regolarità contribuirebbero a ridurre il rischio di mortalità, anche per cause cardiache. Lo studio è stato effettuato su un gruppo di oltre 200 mila persone provenienti da vari continenti, in particolare: 70 mila Americani, a basso reddito economico discendenti da Africani ed Europei (inclusi nello studio Southern Community Cohort Study), e di più di 13 0mila Cinesi (facenti parte di due studi: il Shanghai Women's Health Study e il Shanghai Men's Health Study). In tutti e tre i gruppi è risultata evidente la riduzione di mortalità in persone più abituate al consumo noci rispetto a quelle che non hanno integrato questo alimento nella propria dieta.
Mangiare noci, ma anche nocciole, arachidi e in generale la frutta secca, aiuterebbe a vivere più a lungo in quanto diminuirebbe il rischio di moralità per qualsiasi causa in una percentuale variabile tra il 17 e il 21%, e soprattutto per un evento cardiovascolare, come ictus e infarto, con una probabilità in questo caso diminuita addirittura del 23-38%.
Lo studio sopra citato ha evidenziato che i benefici sono riscontrabili indipendentemente dall’etnia e dalla condizione socio economica del mangiatore di frutta secca.
La domanda è d'obbligo: QUANTE NOCI CONSUMARE?
I benefici sulla longevità e sul cuore sarebbero da attribuirsi alle proprietà di noci e della frutta secca ricche dei seguenti nutrienti: grassi acidi insaturi, acido folico, vitamina B9, acido linoleico, fibre, vitamine, antiossidanti fenolici, arginina e fitochimici. Molto utili sarebbero anche le loro proprietà antiossidative ed antiinfiammatorie che aiuterebbero a preservare anche il muscolo cardiaco in un migliore stato di benessere, e a conservare più a lungo la funzione endoteliale (l'endotelio è il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, linfatici e del cuore). Le noci non devono essere consumate né in eccesso né in difetto. L’American Heart Association (organizzazione statunitense non a scopo di lucro che si occupa di ridurre le morti causate da problemi cardiaci e ictus) raccomanda quattro porzioni di noci a settimana, senza sale e senza olio, considerando che una porzione è pari a circa 42,5 grammi di noci intere. Bisogna però tenere conto che la frutta secca ha un elevato contenuto calorico e non sempre sono adatte ad una dieta ipocalorica e va evitata se si ha una predisposizione a reazioni allergiche.
I risultati preliminari dello studio sono incoraggianti, tuttavia trattandosi di studi epidemiologici osservazionali e non di trial clinici randomizzati [2], non si possono trarre ancora conclusioni certe: non è possibile quindi affermare con sicurezza che le noci e in generale la frutta secca da sole siano responsabili della riduzione della mortalità osservata nello studio. Occorreranno ulteriori ricerche che ne attestino l’effettiva efficacia, ma le premesse al momento farebbero ben sperare.
[1] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25730101
[2] Gli studi clinici controllati randomizzati (randomized controlled trial, RCT) sono studi sperimentali che permettono di valutare l'efficacia di uno specifico trattamento in una determinata popolazione.
Con il termine trattamento si intendono convenzionalmente non solo le terapie, ma tutti gli interventi (diagnostici, di screening, di educazione sanitaria) o anche l'assenza di intervento.