Quando devo cucinare oppure condire una pietanza mi chiedo: cos'è meglio utilizzare? Olio? Ma quale? Burro? Oppure margarina? Ovviamente la risposta non è semplice e non solo in merito al gusto. Bisogna pensare ai grassi che contengono (quelli "buoni" e quelli "cattivi"), alle calorie, al modo in cui vengono preparati, al punto di fumo e chissà a quante altre cose ...
Prima di tutto è bene distinguere tra i condimenti di origine animale e di origine vegetale. Tra i primi rientrano ovviamente il burro, e il lardo; tra i secondi gli oli di varia origine (di semi, di oliva) e la margarina.
Il BURRO è un alimento altamente energetico e contrariamente a quanto si pensa ha meno calorie dell'olio d'oliva in quanto contiene una grande quantità di acqua [1]. La composizione tipica del burro che si trova in commercio è definita dal Codex Alimentarius [2] e prevede:
grasso: minimo 80% con fosfolipidi (0,35%) steroli (0,21%) acidi grassi liberi(0,12%)
acqua: max 16%
Solidi non lipidi : max 2% di cui lattosio (0,5-1,0%), proteine (0,4-0,8%), sali (0,1-0,2%)
Il burro è un alimento ricco di vitamina A e di sali minerali e, come tutti i grassi animali, ha un elevato contenuto di colesterolo.
Attenzione: il burro ha un punto di fumo molto basso (temperatura di cottura alla quale i grassi cominciano a liberare sostanze tossiche) quindi, a mio avviso, è meglio consumarlo crudo.
Parlare di OLI è piuttosto complesso, basta pensare che esiste la O N A O O - Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio D'Oliva. Semplificherò la mia riflessione basandomi su una spiegazione del Prof. Mario Macchia, docente di Agronomia e Coltivazioni Erbacee del Dipartimento di Agronomia dell'Università di Pisa. Cominciamo con la distinzione tra olio extra vergine di oliva e olio di oliva.
L'olio extra vergine di oliva deriva esclusivamente della spremitura meccanica dell'oliva ed è caratterizzato da un'acidità sempre molto bassa; l'olio d'oliva è invece costituito da una miscela di oli vergini (cioè provenienti da una spremitura meccanica dell'oliva ma non necessariamente da un'acidità bassa come l'extra vergine) con aggiunta di un olio (sempre ottenuto dall'oliva) che è stato trattato con sostanze basiche e ha subito altre modificazioni al fine di diminuirne l'acidità.
Entrambi gli oli di oliva hanno un punto di fumo elevato sono quindi ottimi per le fritture, ovviamente sono molto buoni anche usati a crudo. Contengono vitamine E, K, potassio, sodio, calcio, ferro e zinco...
In commercio si trovano anche diverse tipologie di olio di semi: girasole, arachidi, mais, palma, cocco, grano, riso, lino ecc. Tutte queste tipologie di oli sono sottoprodotti della lavorazione industriale dei semi di origine.
Gli oli di semi sono estratti soprattutto tramite solventi (in pochissimi casi, come nel girasole, sono estratti con mezzi meccanici) subiscono diversi processi di raffinazione prima di essere considerati commestibili: rimozione di mucillagini, deacidificazione, correzione del colore, eliminazione delle cere. Esistono inoltre varietà ibride di girasole con un'alta percentuale di acido oleico, anche oltre l'85%, che rende l'olio, almeno per quanto riguarda la composizione acidica, simile a quello di oliva; purtroppo i metodi di estrazione e lavorazione non lo rendono qualitativamente paragonabile a quello d'oliva.
Gli oli di cocco e di palma (detti anche oli tropicali) sono caratterizzati da un alto punto di fumo (240°), questo li rende idonei ad essere impiegati per friggere più volte senza causare cattivi odori e sapori. A differenza di molti oli di semi, quelli di cocco e palma non vengono estratti con solventi ma per pressione, anche se dopo questo processo devono comunque seguire l'iter degli altri oli di semi per diventare commestibili.

Fra i grassi vegetali rientra anche la MARGARINA, la quale è costituita da due parti: una lipidica (oli e grassi) e una acquosa mescolate al fine di raggiungere una consistenza solida, questo processo chimico viene definito idrogenazione. [3] Le materie prime utilizzate per la parte grassa sono principalmente vegetali e derivano da: girasole, soia, palma, cocco, arachidi (ma nella maggior parte dei casi vengono utilizzati gli oli tropicali). Possiamo affermare che la margarina è un grasso che non esiste in natura ma deriva da un mix di oli vegetali, talvolta con aggiunta di grassi animali, lavorati tramite processi chimici industriali. Oggi esistono anche margarine non idrogenate, ottenute mediante un processo fisico basato sull'uso di temperature e pressione adeguate, che separa i grassi saturi da quelli insaturi. La parte ricca di acidi grassi saturi ha una consistenza solida e mantiene le caratteristiche qualitative per molto tempo. A livello di calorie la margarina è molto simile al burro e per quanto riguarda il punto di fumo questo è molto basso.
Personalmente io prediligo l'utilizzo dell'olio extra vergine di oliva sia per i condimenti a crudo che per la preparazione di pietanze cotte (se devo fare delle grandi fritture uso spesso l'olio di girasole facendo attenzione a non tenere la fiamma troppo alta); per quanto riguarda la scelta tra burro e margarina preferisco utilizzare il burro.
[1] 100 g di olio di oliva contengono circa 885 calorie, 100 g di burro contengono circa 716 calorie
[2] Il Codex Alimentarius è un insieme di regole e di normative elaborate dalla Codex Alimentarius Commission, una Commissione istituita nel 1963 dalla FAO e dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) il cui scopo è proteggere la salute dei consumatori e assicurare la correttezza degli scambi internazionali.
[3] reazione chimica dove viene addizionato idrogeno ad un substrato che può essere un elemento o un composto chimico, di regola in presenza di un catalizzatore. La reazione inversa è detta deidrogenazione.