4 ago 2016

Il basilico

Oggi voglio parlare di una pianta che si può vedere in molti  balconi: il Basilico. Il suo nome scientifico è ocimum basilicum, è una pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle lamiaceae, normalmente coltivata come pianta aromatica originaria dell’India e largamente usato nella cucina italiana, oltre che in quella asiatica. Sono state classificate circa 60 varietà di basilico, che si differenziano per l'aspetto e l'aroma (ad esempio: comune, genovese, greco, tailandese, messicano, lattuga, purple ruffles, minimum ecc...). Il basilico cresce rigoglioso quando il sole è abbondante e la temperatura si aggira tra i 20 e i 25° C; con temperature più alte necessita di una più alta umidità, e non resiste a temperature inferiori ai 10 °C. Necessita di annaffiature frequenti e di un suolo ben drenato, in quanto i ristagni d'acqua sono dannosi per le radici. Il periodo di fioritura è tra giugno e settembre. Per consentire una crescita rigogliosa e per allungarne il ciclo di vita le piante di basilico devono essere regolarmente cimate, asportando gli apici vegetativi e i fiori. Le differenti varietà hanno un numero variabile di oli essenziali che conferiscono alla pianta il tipico profumo nelle diverse sfumature. L'aroma caratteristico della specie comune, la più diffusa in Italia, è derivato dall'eugenolo[1] (sostanza chimica presente in grande quantità anche nei chiodi di garofano). Oltre all'eugenolo, il basilico contiene metileugenolo[2] ed estragolo[3] (23–88% negli oli essenziali), sostanze che si sono rivelate cancerogene su ratti e topi. Sebbene gli effetti sugli umani non siano stati studiati, gli esperimenti indicano che è necessaria una quantità molto superiore a quella cui normalmente si entra in contatto, affinché essa possa rappresentare un rischio per la salute dell’uomo.

Fatte queste doverose premesse è utile far presente che il basilico ha anche delle “proprietà benefiche”, infatti contiene calcio, ferro, magnesio, potassio, luteina e betacarotene, antiossidanti importanti per la salute della pelle, per facilitare la digestione e combattere gli stati infiammatori dell’intestino; inoltre sembra essere utile negli stati d’ansia e nelle sindromi da raffreddamento (sinusite, naso chiuso).  Le foglie vanno raccolte solo dalle piante adulte, più alte di 10 cm perché le piante più piccole contengono sostanze tossiche. Ottimo utilizzato a crudo conferisce un particolare aroma a pietanze cotte o crude. È utilizzato come infuso (una manciata di foglie fresche per 5 minuti in infusione in un litro di acqua calda, filtrare e bere durante la giornata) per combattere stati d’ansia, emicranie e tosse. In caso di raffreddore, naso chiuso o sinusiti può essere utile inalare l’aroma di qualche goccia di olio essenziale versato su di un fazzoletto.

[1] L'eugenolo è un liquido oleoso, quasi incolore o giallo chiaro, poco solubile in acqua e solubile nei solventi organici. Ha un odore piacevole, speziato, simile al chiodo di garofano. Questo olio essenziale si può estrarre dai boccioli fiorali, dalle foglie o da rametti della pianta dei chiodi di garofano.
[2] Dal punto di vista chimico il metileugenolo è un metabolita secondario ed è una delle molecole che donano al basilico il particolare sapore. Alcuni studi hanno dimostrato che la concentrazione di metileugenolo è maggiore nelle piante la cui altezza è inferiore a 10 cm mentre, se più alte questa molecola è meno presente rispetto all'eugenolo che, strutturalmente, è molto simile.

[3] L’estragolo è un fenilpropene cioè un composto organico naturale; è un costituente essenziale dell'olio essenziale del dragoncello, di cui compone il 60–75% dell'olio, ma lo si può trovare anche negli oli essenziali di basilico, pino, trementina, finocchio, anice e del syzygium anisatum. Recentemente l'INRAN ha condotto uno studio su tale sostanza, presente, tra l'altro, nelle tisane al finocchio riconoscendone la tossicità [http://ntp.niehs.nih.gov/testing/status/agents/ts-10259-v.html]

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