Oggi voglio parlare di una pianta
che si può vedere in molti balconi: il Basilico. Il suo nome scientifico
è ocimum basilicum, è una pianta erbacea
annuale, appartenente alla famiglia delle lamiaceae, normalmente coltivata come
pianta aromatica originaria dell’India e largamente usato nella cucina italiana,
oltre che in quella asiatica. Sono state classificate circa 60 varietà di basilico,
che si differenziano per l'aspetto e l'aroma (ad esempio: comune, genovese,
greco, tailandese, messicano, lattuga, purple ruffles, minimum ecc...). Il
basilico cresce rigoglioso quando il sole è abbondante e la temperatura si
aggira tra i 20 e i 25° C; con temperature più alte necessita di una più alta
umidità, e non resiste a temperature inferiori ai 10 °C. Necessita di
annaffiature frequenti e di un suolo ben drenato, in quanto i ristagni d'acqua
sono dannosi per le radici. Il periodo di fioritura è tra giugno e settembre. Per
consentire una crescita rigogliosa e per allungarne il ciclo di vita le piante
di basilico devono essere regolarmente cimate, asportando gli apici vegetativi
e i fiori. Le differenti varietà hanno un numero variabile di oli essenziali che
conferiscono alla pianta il tipico profumo nelle diverse sfumature. L'aroma
caratteristico della specie comune, la più diffusa in Italia, è derivato dall'eugenolo[1]
(sostanza chimica presente in grande quantità anche nei chiodi di garofano).
Oltre all'eugenolo, il basilico contiene metileugenolo[2] ed estragolo[3] (23–88% negli oli essenziali),
sostanze che si sono rivelate cancerogene su ratti e topi. Sebbene gli effetti
sugli umani non siano stati studiati, gli esperimenti indicano che è necessaria
una quantità molto superiore a quella cui normalmente si entra in contatto,
affinché essa possa rappresentare un rischio per la salute dell’uomo.
Fatte queste doverose premesse è
utile far presente che il basilico ha anche delle “proprietà benefiche”, infatti
contiene calcio, ferro, magnesio, potassio, luteina e betacarotene,
antiossidanti importanti per la salute della pelle, per facilitare la
digestione e combattere gli stati infiammatori dell’intestino; inoltre sembra
essere utile negli stati d’ansia e nelle sindromi da raffreddamento (sinusite,
naso chiuso). Le foglie vanno raccolte
solo dalle piante adulte, più alte di 10 cm perché le piante più piccole
contengono sostanze tossiche. Ottimo utilizzato a crudo conferisce un particolare
aroma a pietanze cotte o crude. È utilizzato come infuso (una manciata di
foglie fresche per 5 minuti in infusione in un litro di acqua calda, filtrare e
bere durante la giornata) per combattere stati d’ansia, emicranie e tosse. In
caso di raffreddore, naso chiuso o sinusiti può essere utile inalare l’aroma di
qualche goccia di olio essenziale versato su di un fazzoletto.
[1] L'eugenolo è un liquido oleoso, quasi incolore o giallo
chiaro, poco solubile in acqua e solubile nei solventi organici. Ha un odore
piacevole, speziato, simile al chiodo di garofano. Questo olio essenziale si
può estrarre dai boccioli fiorali, dalle foglie o da rametti della pianta dei
chiodi di garofano.
[2] Dal punto di vista chimico il metileugenolo è un
metabolita secondario ed è una delle molecole che donano al basilico il
particolare sapore. Alcuni studi hanno dimostrato che la concentrazione di
metileugenolo è maggiore nelle piante la cui altezza è inferiore a 10 cm
mentre, se più alte questa molecola è meno presente rispetto all'eugenolo che,
strutturalmente, è molto simile.
[3] L’estragolo è un fenilpropene cioè un composto organico
naturale; è un costituente essenziale dell'olio essenziale del dragoncello, di cui
compone il 60–75% dell'olio, ma lo si può trovare anche negli oli essenziali di
basilico, pino, trementina, finocchio, anice e del syzygium anisatum. Recentemente
l'INRAN ha condotto uno studio su tale sostanza, presente, tra l'altro, nelle
tisane al finocchio riconoscendone la tossicità [http://ntp.niehs.nih.gov/testing/status/agents/ts-10259-v.html]
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