Mi è
stato chiesto di scrivere un post sulle proprietà della curcuma e quindi eccomi
qui!
Il nome
scientifico è curcuma longa ed è una pianta erbacea, perenne, rizomatosa della
famiglia delle Zingiberacee. Originaria dell'Asia sud-orientale e largamente
impiegata come spezia soprattutto nella cucina indiana, medio-orientale, tailandese
e di altre aree dell'Asia, la pianta della curcuma è caratterizzata da
foglie lunghe a forma ovale, mentre i fiori sono raccolti in spighe. Il suo
nome deriva dalla lingua persiana-indiana e precisamente dalla parola Kour
Koum, che significa zafferano, infatti la curcuma è anche nota col nome di zafferano
delle Indie. I suoi rizomi, cioè le parti della pianta che contengono i
principi attivi, vengono fatti bollire
per diverse ore e in seguito fatti seccare in grandi forni, dopodiché vengono
schiacciati fino ad ottenere una
polvere giallo-arancione (il colore è
dovuto alla presenza della curcumina) che viene comunemente utilizzata come
spezia in cucina. La composizione chimica della curcuma è la seguente: proteine,
acqua, grassi, fibre, zuccheri (saccarosio, destrosio e fruttosio) e ceneri; i
minerali sono: calcio, sodio, potassio, fosforo, magnesio, ferro, zinco,
selenio, manganese e rame; le vitamine sono: B1, B2, B3, B6, vitamina C,
vitamina E, K e J. La curcuma contiene centinaia di componenti tuttavia
l’attenzione degli studiosi si è concentrata su uno in particolare: la
curcumina. In commercio la sì può trovare pura e come ingrediente
principale del curry. È una spezia con grandi proprietà medicamentose, in special
modo quelle antinfiammatoria. Quanto alle proprietà salutari, sono state
indagate quando alcuni ricercatori si sono accorti di una diversa incidenza di
alcune malattie nelle zone di consumo abituale delle spezie. La curcumina, sembra
influire sulla modulazione dello stato infiammatorio che è alla base di
obesità, diabete, disturbi cardiovascolari e tumori. Negli esperimenti sugli
animali si è visto che la curcumina influirebbe sull’insorgenza di queste
malattie anche con un’azione diretta su fegato e pancreas. Esperienze sugli
uomini hanno evidenziato un calo di zuccheri nel sangue in soggetti
diabetici, un aumento del colesterolo HDL a scapito di quello LDL (vedi post “Il
colesterolo cattivo” del 6/7/2015) e in persone con aterosclerosi una
diminuzione dei livelli di fibrinogeno[1] nel
sangue, con conseguente minor rischio di trombi. In oltre, in merito ai tumori,
si pensa che la curcumina (date le sue proprietà antiossidanti e
antinfiammatorie) potrebbe avere un qualche effetto positivo dato lo stretto
legame del cancro con lo stato infiammatorio alterato e lo stress ossidativo.
Si pensa anche che possa influire rallentando lo sviluppo tumorale[2]. Per
quanto riguarda il suo utilizzo sembra essere sufficiente utilizzarne un paio
di cucchiaini da caffè al giorno; si può aggiungere a fine cottura su primi,
secondi e contorni (ma anche durante la loro preparazione) oppure si può aggiungere
a vari tipi di yogurt o farne delle salse. È importante ricordare che per
facilitarne l’assorbimento è indispensabile l’abbinamento a qualche grasso, come
l’olio d’oliva, il burro, il latte ecc…
[1] Il fibrinogeno, o fattore I della coagulazione, è
una glicoproteina plasmatica sintetizzata dal fegato con lo scopo di favorire
l'emostasi (coagulazione del sangue).